La chirurgia mininvasiva sostituisce solo i comparti danneggiati del ginocchio e dell’anca
La chirurgia mininvasiva dell’anca e del ginocchio comprende una serie di trattamenti volti al rispetto dei tessuti nobili del nostro organismo, andando a sostituire solo i compartimenti danneggiati. Non deve essere intesa come una cicatrice piú piccola o interventi piú brevi, ma come una vera e propria filosofia del risparmio tissutale.
Nel ginocchio ad esempio protesizziamo solo il compartimento danneggiato, risparmiando gli altri in modo tale da consentire una ripresa funzionale rapida, senza alterare la biomeccanica del ginocchio nativo.
Nell’anca invece utilizziamo delle protesi a conservazione dell’osso e degli steli femorali di dimensioni ridotte, che si integrano biologicamente con l’osso ospite, evitando cosí l’utilizzo del cemento.
Protesi monocompartimentale
Cos’è la protesi monocompartimentale
La protesi monocompartimentale consiste nella sostituzione del solo compartimento danneggiato, risparmiando gli altri due, i legamenti crociati anteriore e posteriore e conservando la biomeccanica
Leggi tutto l'articolo sulla pagina dedicata alla protesi monocompartimentale di ginocchio.
Protesi totale mininvasiva del ginocchio
Quando fare la protesi totale di ginocchio?
Quando tutti e tre i compartimenti sono danneggiati, oppure di fronte a patologie infiammatorie come l’artrite reumatoide o importanti deviazioni assiali degli arti inferiori superiori a 20 gradi, l’uso delle protesi monocompartimentali è sconsigliato. In questi casi si procede ad impianto di protesi totali mininvasive.
Quale protesi di ginocchio scegliere?
Esistono diversi tipi di protesi totali di ginocchio, con un grado di vincolo (cioè di “legame tra la componente femorale e tibiale”) variabile: si parla così di protesi totali a conservazione del legamento crociato anteriore (sono casi molto selezionati, si tratta di una tecnica chirurgica complessa e di protesi che in teoria garantiscono risultati funzionali superiori);
protesi a conservazione del legamento crociato posteriore (dette CR -cruciate retaining -);
protesi a sacrificio del legamento crociato anteriore e posteriore (dette PS – postero-stabilizzate);
protesi semivincolate e protesi vincolate o a cerniera.
Le ultime due protesi sono riservate a casi particolari e soprattutto alle revisioni di ginocchio, quando a seguito della rimozione di una protesi già impiantata la quantità di osso residua è insufficiente ed è necessario impiantare delle protesi più invasive ed appunto con grado di vincolo superiore per garantire una adeguata stabili
La mininvasività nella protesi di ginocchio
Nella protesi totale di ginocchio il concetto di mininvasività consiste nel preservare il più possibile i legamenti crociati: nella maggior parte dei casi riusciamo a conservare il posteriore, mentre l’anteriore viene preservato solo in casi selezionati. Per quanto riguarda invece la protesizzazione della rotula, di regola non viene eseguita: viene quindi sostituita, o meglio rivestita con una superficie di polietilene, solo quando è usurata. Per i pazienti con comprovata allergia al Nichel esistono delle protesi speciali anallergiche.
La protesi totale di ginocchio bilaterale
Anche nella protesi totale di ginocchio l’intervento può essere bilaterale simultaneo: si tratta però di casi molto selezionati, in quanto le perdite ematiche a seguito di tale intervento sono considerevoli. Il paziente deve quindi essere giovane, motivato, non deve avere gravi patologie associate e non deve essere anemico.
Come si svolge l’intervento di protesi totale mininvasiva del ginocchio e relativo ricovero?
Il ricovero si articola in diverse tappe e viene così schematicamente descritto:
- Prericovero: per valutare il paziente, preparare la cartella clinica e spiegare nuovamente il suo percorso terapeutico.
- Durata intervento: 60-80 minuti, a seconda del tipo di intervento.
- Anestesia: epidurale (cioè spinale, con puntura nella schiena ed anestesia solo degli arti inferiori).
- Decorso post-operatorio: 3-4 giorni di degenza in Ortopedia, quindi avvio di percorso Fast-Track per riabilitazione precoce, eventuale trasferimento in Riabilitazione per i pazienti più anziani.
Il percorso riabilitativo inizia dopo 6 ore dall’intervento, con la prima camminata assistita con i fisioterapisti e stampelle. Abbandono delle stesse dopo 3-4 settimane e rientro alla vita normale in circa un mese, variabile ovviamente a seconda del tipo di intervento e delle caratteristiche di ogni paziente.
Le punturine di anticoagulanti sono sostituite da compresse di più facile gestione per il paziente. Le graffette metalliche invece sono state eliminate e sostituite da una speciale rete trasparente e da una colla biologica che isola la ferita.
Protesi femoro-rotulea mininvasiva
Cos’è la protesi femoro-rotulea mininvasiva
La protesi femoro-rotulea mininvasiva consiste nel rivestire le superfici della troclea femorale e della rotula con un rivestimento in titanio e polietilene.La protesi femoro-rotulea può essere considerata monocompartimentale in quanto la sostituzione interessa il solo compartimento femoro-rotuleo.
Le indicazioni per questo tipo di protesi sono molto selettive: bisogna infatti essere sicuri che il compartimento femoro-tibiale interno ed esterno non siano danneggiati.
Leggi tutto l'articolo sulla pagina dedicata alla protesi femoro rotulea mininvasiva e in quella dedicata alle protesi mininvasive del ginocchio dove lo spiego anche con un video.
CONTENUTI SIMILI A PROTESI MININVASIVA DEL GINOCCHIO
Protesi mininvasiva dell'anca
Che cos’è la protesi mininvasiva dell’anca?
La protesi mininvasiva dell’anca consiste nella sostituzione dell’acetabolo e del femore (testa del femore e parte del collo) con delle componenti in titanio ed un inserto in polietilene che ne
garantisce lo scorrimento. Tale procedura può essere effettuata tramite diversi accessi chirurgici. Io preferisco quello posterolaterale mininvasivo, che sacrifica al minimo i muscoli e comporta una cicatrice nella natica che può facilmente essere nascosta dallo slip. Il concetto di mininvasività nella protesi totale dell’anca consiste proprio nel risparmio dei tessuti nobili del nostro organismo (si passa attraverso i muscoli e si seziona solo un tendine, che viene poi suturato al termine dell’intervento) e nel risparmio di una parte del collo femorale.
In che cosa consiste l’intervento chirurgico?
L’intervento di protesi totale mininvasiva dell’anca prevede la sostituzione della testa ed una piccola parte del collo femorale con una protesi che viene accolta dal canale femorale. Si procede poi al rivestimento della cavità acetabolare con una apposita coppa. Le protesi che utilizzo sono tutte non cementate in quanto rivestite di idrossiapatite, che favorisce l’integrazione della protesi e la crescita dell’osso attorno alla sua superficie, garantendo così una perfetta integrazione. In casi selezionati (pazienti affetti da osteoporosi e con scarsa qualità dell’osso) utilizzo protesi cementate, dove uno speciale cemento garantisce l’integrazione della protesi con l’osso del paziente.
La tecnica chirurgica che utilizzo viene chiamata “Femur-First”, dall’inglese “il femore prima”. Grazie a questa tecnica, al contrario di quella tradizionale, si prepara prima la componente femorale e solo successivamente quella acetabolare. Questo è un vantaggio importante per il chirurgo, perché consente di accoppiare al meglio le due componenti, acetabolare e femorale, ottenendo un angolo di lavoro ottimale, riducendo l’usura della componente in polietilene e riducendo il rischio di lussazione.
Esistono diversi tipi di accoppiamento (con questo termine si intende il materiale che viene interposto tra la parte acetabolare e femorale) tra le due componenti: metallo-metallo, metallo-polietilene, ceramica-ceramica e ceramica-polietilene. Io utilizzo ceramica-polietilene, che ha dimostrato di avere un rapporto performance/durata superiore a tutti. In casi selezionati e pazienti molto giovani l’alternativa valida è rappresentata dall’accoppiamento ceramica-ceramica. Nel caso della protesi dell’anca il problema di una eventuale allergia ai metalli non esiste in quanto le protesi d’anca sono costituite da leghe di titanio e non contengono Nichel.
Protesi d’anca bilaterale
L’intervento di protesi dell’anca può anche essere eseguito in contemporanea, nel casi selezionati di coxartrosi bilaterale, senza compromettere la riabilitazione od aumentare il rischio di complicazioni perioperatorie. Guarda sul blog il post dedicato alla protesi bilaterale d'anca.
Come si svolge l’intervento di protesi totale mininvasiva dell’anca e relativo ricovero?
Il ricovero si articola in diverse tappe e viene così schematicamente descritto:
- Prericovero: per valutare il paziente, preparare la cartella clinica e spiegare nuovamente il suo percorso terapeutico.
- Durata intervento: 60 minuti, a seconda del tipo di intervento.
- Anestesia: epidurale (cioè spinale, con puntura nella schiena ed anestesia solo degli arti inferiori).
- Decorso post-operatorio: 3-4 giorni di degenza in Ortopedia, quindi avvio di percorso Fast-Track per riabilitazione precoce, eventuale trasferimento in Riabilitazione per i pazienti più anziani.
Il percorso riabilitativo inizia dopo 6 ore dall’intervento, con la prima camminata assistita con i fisioterapisti e stampelle. Abbandono delle stesse dopo 3-4 settimane e rientro alla vita normale in circa un mese, variabile ovviamente a seconda del tipo di intervento e delle caratteristiche di ogni paziente. A differenza della protesi di ginocchio, qui ci sono degli accorgimenti da seguire per qualche mese, come l’uso del calzascarpe e del rialzo nel water. In compenso il recupero della protesi d’anca è più veloce della protesi di ginocchio per questioni anatomiche e di biomeccanica.
Le punturine di anticoagulanti sono sostituite da compresse di più facile gestione per il paziente. Le graffette metalliche invece sono state eliminate e sostituite da una speciale rete trasparente e da una colla biologica che isola la ferita.
Vedi anche la pagina dedicata alle suture avanzate senza punti